Itinerario di visita a due tra i più interessanti forti italiani posti allo sbocco della Val d’Adige, sui nove funzionanti allo scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Inoltre a Ceraino venne costruito anche un edificio destinato a comando del settore. Nel dicembre del 1914 lungo lo sbocco della Val d’Adige erano presenti le seguenti opere: il forte di Naole con due appostamenti di artiglieria ed una caserma, il forte Cimo Grande con una batteria secondaria, il forte Masùa, il forte di S. Marco, la Tagliata di Canale con una batteria Alta, il forte di Rivoli con una batteria Bassa, una Caserma ed una Polveriera, il porto militare e ponte della Chiusa, il forte di Ceraino con un Ricovero, mentre quale opera radiata, ma non alienata, vi era il forte di Monte. Infine erano previste due interruzioni delle strade della Val d’Adige, una a sud di Preabocco in destra Adige ed una con mine, a sud di Peri in sinistra Adige. Durante gli ultimi anni di guerra, i forti dello sbocco della Val d’Adige, furono in parte disarmati considerato l’avanzamento del fronte verso nord.
IL FORTE DI RIVOLI
(WOHLGEMUTH)
Il forte era collegato con una strada sia con l’abitato di Rivoli sia con il forte Chiusa attraverso un’altra strada che scendeva sulla riva destra dell’Adige e lo attraversava in direzione di Ceraino mediante un porto scorrevole. È costruito in conci di pietra locale (in particolare Rosso Ammonitico), con archivolti in cotto. Molto belli e ben rifiniti sono i fori per le artiglierie e le casamatte interne. Nel 1866 venne armato con 14 cannoni (di cui 8 con canna rigata, a lunga gittata), ma possedeva anche alcune artiglierie da disporre nel vicino piazzale (dove poi gli italiani costruiranno la Batteria Bassa).
Passato agli italiani con l’annessione del Veneto, il forte fu modificato con l’inversione del tiro delle batterie e con l’aggiunta di una batteria più bassa e di una caserma. La batteria «Rivoli bassa» fu costruita nel 1884 su di un piazzale immediatamente a nord del forte ed aveva il compito di battere d’infilata lo sbocco della Val d’Adige verso nord-est. Si tratta di un grande piazzale chiuso fra possenti bastioni. Tali bastionature che in realtà sono dei volumi interrati, contengono magazzini, casamatte, camerate e locali di vario genere. La caserma Massena fu invece costruita a sud del forte, riparata dal Monte Castello. Inoltre venne costruita a meridione del paese di Rivoli anche una polveriera.
Il forte di Rivoli è ora in concessione al comune di Rivoli. L’utilizzo futuro potrebbe prevedere la destinazione del forte a Museo della Val d’Adige, delle fortificazioni (museo storico), con possibile esposizione anche di reperti archeologici, l’utilizzazione della Batteria Bassa come sede di una Mostra-Esposizione-Rassegna permanente di arte ed artigianato e la destinazione della caserma ad Ostello della Gioventù ed a centro di educazione ambientale per le scuole, con annesso servizio di ristorazione.
Si tratta di una imponente e poderosa struttura, di forma allungata per adeguarsi allo sperone roccioso su cui sorge. Possiede due cortili interni, sale, caserme, depositi per le munizioni e postazioni per le batterie. Edificato in conci di pietra di Lubiara (Rosso Ammonitico), cavati quasi in loco, e da archivolti in cotto, sorge al posto di una antica cappellina dedicata a S. Marco dalla comunità di Lubiara. Molto bella ed armonicamente inserita nel paesaggio è la strada costruita dal Genio militare che, con oltre 40 tornanti, collega il forte a Zuane di Rivoli. Il forte fu armato durante la Prima Guerra Mondiale ma non venne utilizzato se non come acquartieramento di truppe e sparò solamente qualche colpo di mitragliatrice e di fucile contro gli aerei austriaci che scendevano dalla Val d’Adige per bombardare Verona. Oggi è di proprietà privata. Versa in stato di degrado ed è inutilizzato. Anche per questo forte è ipotizzabile un utilizzo misto, pubblico e privato, che ne consenta il recupero e l’adattamento a struttura turistica e culturale.
LA VISITA DEI FORTI
Il forte di S. Marco è privato e per la visita sarebbe opportuno rivolgersi ai proprietari di Lubiara; comunque si può visitare anche all’interno facendo attenzione a possibili crolli o buchi nel pavimento e nei terrapieni. Il forte è raggiungibile a piedi anche con partenza da Lubiara di Caprino (293 m s.m.) lungo una mulattiera che in circa 40 minuti sale diagonalmente a sud-est. In entrambi i casi il ritorno può avvenire per la stessa strada, oppure, abbinando i due itinerari, con un raccordo tra Ruina e Lubiara, che consente di compiere un percorso ad anello.