I forti austriaci di Ceraino-Monte (VR)

   

 

Un suggestivo percorso lungo una strada militare austriaca da Ceraino in Val d’Adige ai forti di Ceraino e di Monte nei pressi della Chiusa Veronese che completavano la piazzaforte di Rivoli-Ceraino.

  STORIA DEI FORTI AUSTRIACI DI RIVOLI-CERAINO

  Tra il 1849 ed il 1852 per proteggere la strada per il Brennero e lo sbocco della Val d’Adige gli austriaci crearono la piazza di sbarramento di Rivoli-Ceraino con 4 forti: la Chiusa Veneta ed il Hlawaty a Ceraino, il Mollinary a Monte di Sant’Ambrogio ed il Wohlgemuth a Rivoli.

  Il progetto delle opere venne svolto dall’I.R. Ufficio delle Fortificazioni di Verona e direttore dei lavori fu il Maggiore del Genio Felia von Swiatkiewich. Nella collocazione di questi forti gli austriaci tennero conto sia della posizione topografica e della morfologia del sito, sia delle esperienze maturate nelle precedenti campagne militari. Tutti quattro i forti sono costruiti su terreno roccioso appartenente ai Calcari oolitici del Dogger e del Lias superiore (quelli di Ceraino e Rivoli), ed al Rosso Ammonitico del Malm (quello di Monte).

  Tre forti vennero collocati in destra Adige: quello di Monte, situato a 410 m s.m. sulle pendici sud-occidentali del Monte Pastello, era raggiunto da una ardita strada militare che partendo da Ceraino si innalzava con una serie di 16 tornanti, toccando il forte Hlawaty a quota 236 m s.m., e proseguiva per l’abitato di Monte (quasi due chilometri di lunghezza complessiva); mentre il forte della Chiusa Veneta, venne costruito a 115 m s.m. a sbarramento della strada del Brennero in riva all’Adige. Il forte di Rivoli, posto in sinistra Adige, fu invece edificato sul Monte Castello a 227 m d’altezza. Le quattro fortificazioni erano molto vicine tra loro: circa 860 m in linea d’aria tra il forte di Rivoli e quello di Ceraino, circa 940 m tra il forte di Ceraino e quello di Monte e circa 500 m tra quello di Monte e la Chiusa Veneta. Questa vicinanza permetteva l’incrocio dei tiri di artiglieria tra forte e forte con il risultato di una migliore difesa dello sbocco della Valdadige. Tutte queste fortificazioni controllavano infatti la strada Verona-Trento e le strade secondarie che vi si inserivano (in particolare da sud-ovest) ed inoltre i guadi di Ceraino (con un porto scorrevole tra Rivoli e Ceraino) e di Canale (traghetto Canale-Dolcè).

   

IL FORTE DI CERAINO (HLAWATY)

  Storia  

 

  Costruito sempre tra il 1850 ed il 1851 in conci di pietra di Rosso Ammonitico, su di un piccolo ripiano (m 236 s.m.) del Monte Pastello a dominio dell’ansa dell’Adige e dei traghetti, il forte Hlawaty possiede una pianta irregolare per adattarla alle asperità rocciose del luogo. Fu intitolato al luogotenente feldmaresciallo Johann von Hlavaty (1788-1870) come riconoscimento per la sua attività di architetto militare (diresse anche la costruzione di numerosi forti di Verona e della cinta muraria). Il forte è dotato di una recinzione esterna che racchiude a nord le cannoniere in casamatta protette da uno strato di terra battuta spesso oltre due metri, mentre a sud si trova il ridotto a forma di parallelepipedo. All’interno vi sono grandi cisterne per l’acqua piovana raccolta con un sistema ingegnoso di canalizzazioni e pozzetti dalle coperture e dai piazzali. Pregevoli e ben studiati sono alcuni particolari architettonici che ne fanno un’opera dalle suggestioni artistiche: cannoniere, scale interne e corridoi, magazzini, ecc.

 Il forte era armato con una quindicina di bocche da fuoco e doveva battere la Val Lagarina verso Dolcè, il monte S. Marco ed una parte dell’anfiteatro di Rivoli, incrociando il suo tiro con i forti di Rivoli e di Monte.

   

IL FORTE DI MONTE (MOLLINARY)

  Storia

  Costruito tra il 1849 ed il 1852 (la costruzione durò tre anni data la posizione difficile da raggiungere), poteva contenere ventiquattro bocche da fuoco. Venne edificato in conci di pietra di Rosso Ammonitico su di un ripiano ad ovest del paese di Monte di Sant’Ambrogio, ad una quota di 410 m s.m. Il forte venne chiamato Mollinary in onore del generale austriaco Anton von Mollinary. La sua pianta era irregolare: mentre il lato ad est (contro monte) era protetto da un fossato intagliato nella viva roccia con un ponte levatoio che dava accesso al forte attraverso un bel portale bugnato, il lato ad ovest (verso valle) presentava il ridotto con le cannoniere in casamatta su due piani. Inoltre al centro vi era un ampio piazzale superiore che poteva accogliere alcuni pezzi di artiglieria allo scoperto (protetti da un parapetto in pietra). 

 

Diversi locali erano poi destinati alla guarnigione che arrivava ad un centinaio di uomini. Il forte Mollinary aveva il compito di battere il fondovalle della Chiusa, parte dell’anfiteatro di Rivoli e la zona a sud, incrociando il proprio tiro con il forte di Rivoli e con quello della Chiusa. Durante la 3ª Guerra d’Indipendenza venne armato con 20 pezzi di artiglieria di vario calibro.

   

LA VISITA DEI FORTI

  Tutti situati in sinistra Adige, sono raggiungibili da Verona o da Rovereto lungo la SS. del Brennero fino alla Chiusa di Ceraino. Qui, subito a nord dell’omonimo albergo (si può parcheggiare in uno spiazzo di fronte), si visitano i ruderi del forte Chiusa Veneta, in gran parte sommersi da rovi e spini. Si riprende l’auto e ci si dirige al vicino paese di Ceraino (m 119 s.m.), senza entrare nell’abitato, si parcheggia sul lato sinistro della Statale, di fronte alla stradina militare (a fondo naturale) che sale ad est sul costone del Monte Pastello. La si percorre a piedi, e man mano che si sale con alcuni tornanti, la vista si amplia sempre più e si fa suggestiva: dal sottostante paese di Ceraino al dirimpettaio forte di Rivoli ed all’anfiteatro morenico. Dopo circa mezz’ora si raggiunge il forte di Ceraino (m 236) che si può visitare lungo il suo perimetro esterno, ammirando uno stupendo panorama sulla Val Lagarina fino a Dolcè.

 I più avventurosi possono anche entrare all’interno del forte mediante un’apertura della muratura posta sulla parete a nord-est, ma è necessario essere muniti di torcia e prestare molta attenzione a dove si cammina. Dal forte si continua a sud lungo la strada militare, direttamente scavata nella roccia, che conduce in mezz’ora al forte di Monte (m 410 s.m.), in gran parte rovinato. Si può visitare anche all’interno ma prestando molta attenzione alle parti pericolanti ed ai fori nei pavimenti. Questo forte è stato utilizzato negli ultimi decenni come luogo di incontro per i seguaci di alcune sette sataniche che vi hanno celebrato riti demoniaci e «messe nere» (di cui restano tracce di scritte e disegni sulle mura). Dal forte si ritorna quindi per la stessa strada a Ceraino. Il percorso di visita dei due forti, può essere compiuto anche in senso inverso con partenza dall’abitato di Monte (m 442 s.m.), raggiungibile in auto da Sant’Ambrogio di Valpolicella.

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