Ex idrovora di Amolara

Adria (Rovigo)

 

Breve storia del recupero

Il palazzo dell’idrovora di Campagna Vecchia Inferiore, in località Amolara di Adria, è un edificio di stile neoclassico costruito nel 1854.

Ha funzionato come idrovora, prima a vapore poi diesel quindi elettrica, fino al 1992, subendo poi un inevitabile degrado.

  Nel febbraio 1997 il dr. Giuseppe Marangoni, presidente del Gruppo CTG Rovigoti e direttore della cooperativa Turismo e Cultura, propose al Consorzio di Bonifica Polesine Adige Canalbianco, proprietario dell’immobile, e successivamente (29.12.97) alla Provincia di Rovigo e al Comune di Adria, di avvalersi di fondi regionali/europei per attuare un progetto di riuso completo dell’edificio, comprendente un museo sulla storia della civiltà delle acque, un ostello con annessi servizi di bar e ristorazione, un centro convegni e un ufficio turistico Porta Ovest del Parco del Delta.

Il Museo, progettato da un gruppo di esperti guidati dallo stesso ideatore, fu inaugurato il 21.11.98 con il nome di “Septem Maria Museum”, ottenendo subito il riconoscimento della Regione del Veneto. Proprietà: Consorzio di Bonifica Polesine Adige Canalbianco; Gestione: Turismo e Cultura Soc. coop. a r.l.

L’Ostello fu inaugurato il 19.07.2001 ed è gestito da Turismo e Cultura e Nidrob srl. Il modello di gestione prevede che l’Ente pubblico proprietario dell’immobile divenga completamente sgravato dei costi di manutenzione ordinaria dell’immobile e dei relativi impianti, con la possibilità di usufruire gratuitamente del Centro Convegni.

Il 22.12.01 è stato inaugurato il grande murale sulla parete interna del salone ristorante (m. 7,30 x m. 4,50), opera del pittore Elvio Mainardi con la consulenza tematica del direttore del Consorzio di Bonifica dr. Carlo Piombo, sulla storia della bonifica e dell’insediamento umano nella zona, dalle palafitte all’attuale città di Adria.

   

Il valore dell’intervento

  Pur avendo connotazioni quasi miracolistiche, la storia del recupero del complesso tecnico-architettonico dell’ex idrovora di Amolara, in realtà si inserisce in un percorso avanzato di valorizzazione dei beni culturali e ambientali promossa dal CTG di Rovigo e della cooperativa Turismo e Cultura e che ha visto la collaborazione di vari Enti: primi fra tutti il Consorzio di Bonifica Polesine Adige Canalbianco e la Regione del Veneto oltre al Comune di Adria e alla Provincia di Rovigo.

Obiettivo dell’intervento è la salvaguardia e rifunzionalizzazione di un immobile di stile neoclassico tra i più importanti del Polesine, uno dei tre ricordati da Marsilio Editori nel libro “Neoclassico nel Veneto”, quale mirabile esempio di “estetica ottocentesca dell’ingegneria trionfante” e tuttavia destinato all’oblio e all’inevitabile degrado senza un progetto di riutilizzo.

I contenuti dell’intervento hanno comportato la realizzazione di:

          un ostello con 48 posti letto, di eccelsa qualità abitativa, con annesso ristorante e bar;

–          un centro convegni;

          un moderno ufficio del Consorzio di bonifica a disposizione dei soci e utenti;

          una base della Banca di Credito Cooperativo “S. Maria Assunta” di  Adria;

          un Museo storico-ambientale sulla civiltà dalle acque, il “Septem Maria Museum”;

          un riferimento dell’A.I.P.I.N. - Associazione Nazionale per l’Ingegneria Naturalistica , con annesso campo prove;

          il progetto di un Ufficio Turistico/Porta Ovest del Delta a cura del Comune di Adria in collaborazione con Turismo e Cultura e il Parco Delta del Po Veneto.

 

Il valore dell’intervento consiste nell’aver ricreato e consegnato all’uso di cittadini e turisti un luogo dalle molteplice valenze:

            archeologica: la necropoli etrusca di Amolara, il riferimento a Plinio che chiamava questa zona dal porto di Adria al mare come “i sette mari”;

            idraulica: in riva al Canalbianco – via navigabile Mantova Venezia - e all’inizio di un vasto sistema di bonifica;

          storica: “la storia dove è accaduta” di cui parla Kenneth Hudson, qui ha visto dipanarsi la storia di uomini e macchine della bonifica, la storia del Risorgimento Italiano quando Amolara era rifugio dei patrioti da mettere in salvo oltre il Po, nonché episodi della Resistenza;

            architettonica: il neoclassico ottocentesco in Polesine;

            culturale: centro vivo di scambi tra memoria e attualità.

 

Il “Septem Maria Museum”

È un museo che parla di acque in un edificio nato in funzione dell’acqua. La denominazione di “Sette mari” (Plinio ricorda che gli antichi così chiamavano il territorio tra Adria e il mare) giustifica appieno la localizzazione in quest’area di un museo che ripercorra la storia delle acque, cioè del rapporto che le varie civiltà hanno instaurato con l’acqua, intesa come risorsa e come problema per l’uomo.

Dall’età protostorica, ai greci, agli etruschi, ai romani, al medioevo, all’età moderna e contemporanea: quali insediamenti, quali attività economiche, quale governo del territorio?

Rispondere, anche se in modo semplice e divulgativo, a queste domande non è solo un gioco didattico, ma può servire a capire e valutare la realtà di oggi.

            

Maxi-murale sulla storia della bonifica nella parete 

del ristorante-ostello ricavato nella ex idrovora di Amolara

 

Sede

Via Capitello 11 in località Amolara di Adria, all’inizio della strada provinciale che da Adria porta a Rosolina Mare.

 

Percorso museale

 Il primo impatto si propone di immergere il visitatore nel mondo delle acque facendo parlare, con la loro semplice e suggestiva presenza, gli oggetti, le foto, le testimonianze della bonifica del Novecento nel territorio medio polesano fra Adige e Canalbianco.

Il percorso prosegue con la visita delle vecchie pompe, di cui una tuttora funzionante, e la descrizione della sala macchine con riferimento all’ambiente circostante: lo scolo Botta da una parte e il mandracchio dall’altra.

Vari pannelli illustrano il tema dell’acqua, l’evoluzione fisico-geografica della zona, gli insediamenti umani dall’epoca romana ai giorni nostri e gli interventi di bonifica che si sono succeduti nei secoli.

Laboratorio fitodepurazione: interessante segnalare che l’università di Venezia ha qui un suo punto fisso di ricerca sulle tecniche di controllo delle acque con metodi naturali.

Campo prove ingegneria naturalistica: sul retro del museo l’AIPIN organizza inoltre un campo prove sulle tecniche di ingegneria naturalistica, particolarmente in tema con i contenuti tematici del museo.

 

Didattica

È garantito un servizio di assistenza didattica di animatori culturali e ambientali del CTG a cura della cooperativa “Turismo e Cultura”, tramite il CeDi-Centro per la didattica dei beni culturali e ambientali con sede presso il Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo – tel. 0425/21530-26270, fax 0425/26270, e-mail: cedi@turismocultura.it

  Apertura

Il museo è aperto tutti i giorni dell’anno, con biglietteria presso l’annesso ostello Amolara. Gruppi solo con visita guidata e su prenotazione al CeDi (vedi sopra).

 

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