Dal Santuario di Santa Maria Maggiore

(detto della “Madonna Grande”) di Treviso

  all’ex Abbazia Benedettina di Santa Maria

  Assunta (oggi Arcipretale) di Mogliano

Percorso automobilistico od in bicicletta che da Treviso porta a Mogliano Veneto, visitando il Santuario di Santa Maria Maggiore e l’arcipretale di Mogliano

   

Il Santuario della Madonna Grande

 Punto di partenza del percorso devozionale

  Cenni storico-artistico-architettonici

  La chiesa di Santa Maria Maggiore sorge ai margini della cinta muraria cinquecentesca, vicini ai Bastioni di Santa Sofia. È contornata da importanti palazzetti urbani del ’400 e presenta una elegante facciata quattrocentesca a coronamento mistilineo, decorata da loggette in pietra bianca d’Istria. L’interno è suddiviso in tre navate: il transetto e le tre cappelle absidate furono ricostruite dopo la Lega di Cambrai in stile rinascimento lombardo.

Intorno all’antica immagine della “Madonna Granda” (transetto sinistro) pendono molti ex-voto, segni di grazie ricevute.

La tradizione narra che un primo nucleo di cristiani si costituì presso la confluenza dei fiumi Cagnan e Sile, e là nacque un tempietto mariano. D’altronde il Sile che già era via commerciale, divenne in epoca paleocristiana, anche via devozionale: sulle rive e presso le confluenze sorsero sacelli per conservare e custodire reliquie di martiri cristiani, trasportate dal mare Adriatico (Liberale o Teonisto).

   

Cenni storici sull’origine della devozione

  Le origini remote del santuario della Madonna Grande si confondono con la introduzione stessa del Cristianesimo a Treviso, che la tradizione vuole per opera di San Prosdocimo. Un primo nucleo di cristiani e un tempietto mariano sorsero in seguito presso la confluenza dei fiumi Cagnan e Sile, come attesta un codice dell’XI secolo «Nell’anno del Signore 780, settimo di Carlo Magno, il duca di nome Gevardo edificò in un suo fondo una chiesa a onore della beatissima Vergine Maria, della Croce e di Santa Fosca martire. Fu aggregata al monastero di Nonantola (Modena) e retta quindi da monaci.

Nell’898 la calamità delle scorrerie degli Ungari provocò la distruzione dell’abitato e della chiesa. Rinacque come monastero e visse come Santuario Mariano fino alle soppressioni dei Canonici Regolari, che l’avevano officiato per quasi 900 anni (1810)».

  Un episodio di devozione mariana avvenne durante la guerra causata dalla Lega di Cambrai (1509-16). Al servizio di Venezia si trovava a Quero sul Piave, a difesa del suo castello, il condottiero Girolamo Emiliani o Miani. Dopo una dura resistenza, l’esercito imperiale ebbe la meglio e Girolamo fu catturato e imprigionato nello stesso castello di Quero (28 agosto 1511). Ma invocando la Vergine fu miracolato e i ceppi si spezzarono: come prova della grazia si recò il 27 settembre al Santuario, portando gli strumenti stessi della sua tortura. Le sue catene sono custodite tutt’oggi nel tempietto, di fronte all’immagine della Madonna.

   

L’opera d’arte

 

La Madonna miracolosa è conservata in un tempietto del XVII sec. Fu affrescata nel tardo Trecento probabilmente ritoccando una più antica immagine bizantina, che seguiva lo schema, diffuso nel Veneto, della Nicopeia (fautrice di vittorie) venerata a San Marco di Venezia. La venerazione all’immagine taumaturga della Vergine fece della chiesa un centro di grande pietà. Per riconoscenza di grazie ricevute molti signori feudali concorsero a dare alla cappella le dimensioni di un vero Santuario e dal XII secolo il nome di Madonna Grande a Santa Maria Maggiore ricorre costante nei documenti.

I pellegrini in cammino per Roma si recavano a visitarLa: il Libero Comune di Treviso pensò di richiamare i monaci per un servizio religioso completo.

   

 

Il culto

 Il Santuario della Madonna Grande fu reso celebre anche da un episodio della storia medievale trevigiana.

Il 14 agosto del 1300 si risolse in favore dei trevigiani una battaglia sulle rive della Livenza contro il Patriarcato d’Aquileia, nemico mortale dei Caminesi.

Il giorno dopo, 15 agosto, festa dell’Assunta, in segno di riconoscente gratitudine alla Madonna “fu decretato che ogni anno a spese del Comune venisse fatta un’offerta alla chiesa di Santa Maria Maggiore ...”.

Nei documenti si dice che il 15 agosto il Podestà muoveva in corteo dal Palazzo Pubblico con i membri del Consiglio recanti vessilli, fino a Santa Maria Maggiore, per l’offerta di un palio e candele di cera...”. L’antica tradizione della festa mariana cadde nel tempo e solo dopo il bombardamento del 13 marzo 1945, che colpì la chiesa procurando la quasi totale distruzione (solo il tempietto della Madonna rimase intatto) si volle ripristinare l’antico voto cittadino alla “MADONA GRANDA”. E si riprese l’anno dopo con la riapertura al culto, in occasione della festività dell’Assunta, appunto il 15 agosto 1946.

  Curiosità

  Nella vicina Piazza del Grano esisteva fino al 1808 l’oratorio di Santa Maria Piccola, detto “LA MADONETA” con dipinti seicenteschi di Bartolomeo Orioli.

 

 

L’ex Abbazia Benedettina

di S. Maria Assunta di Mogliano Veneto

  Punto di arrivo del percorso devozionale

  Cenni storico-artistico-architettonici

  La Chiesa fu dedicata a S. Maria Assunta verso la fine del ’500. quando subì un quasi totale rifacimento; il merito di queste migliorie va attribuito ad un uomo colto e molto attivo, aperto alle idee di riforma della Chiesa, volute dal Concilio di Trento.

Per le sue benemerenze Don Luigi Molin fu elevato alla dignità episcopale e nel 1596 fu trasferito nella Diocesi di Treviso: la sua posizione gli permise di completare l’opera che già aveva avviata da parroco. Così l’arcivescovo Molin dopo la consacrazione della chiesa a Santa Maria Assunta dette il via ad una serie di donazioni e interventi che arricchirono la chiesa di statue, pale d’altare e arredi sacri. Probabilmente all’Assunta era già dedicata l’antica chiesa di “Moliane” distrutta dagli Ungari nell’889, della quale il monastero idealmente era il continuatore. Nel 997 il vescovo di Treviso Rozone donava al benedettino Vitale le terre su cui fondare il monastero di “Santa Maria di Mogliano” che, con ogni probabilità, ha sempre celebrato la sua festa patronale il 15 agosto (festa dell’Assunta). Il monastero ebbe il periodo di massimo splendore nel sec. XIII quando era retto dalle monache benedettine; decaduto nel corso degli anni, venne abbandonato nel 1413 quando l’ordine si trasferì a San Teoristo, entro le mura di Treviso.

0ggi dopo le celebrazioni indette dal Comitato per il Millennio di Fondazione dell’Abbazia, si conserva il chiostro romanico e una serie di affreschi trecenteschi scoperti nel sito dell’antica cappella di SanBenedetto, oggi Sacrestia.

Il chiostro di S.Maria Assunta visto dal cortile dopo il restauro

 

L’inaugurazione dei restauri avvenne nel 1997 a mille anni dalla fondazione.

Nel 1782 l’altar maggiore acquista un aspetto più maestoso e viene dedicato all’Assunta e consacrato dal vescovo di Treviso Paolo Francesco Giustiniani, secondo le norme liturgiche, nella quarta domenica di Avvento, troviamo ancor oggi presso l’altare maggiore una lapide a ricordo dell’avvenuta consacrazione.

S.Maria Assunta a Mogliano

Dopo le spoliazioni e le distruzioni che subiva il patrimonio della chiesa con il decreto del 25 aprile del 1810, per cui il regno Italico aboliva gli ordini religiosi e ne confiscava i beni, bisogna arrivare ai tempi di Don Donato De Polo (1838/52) perché la situazione migliori. Viene affidato l’incarico di affrescare il soffitto con la scena dell’Assunzione di Maria in cielo, a Sebastiano Santi, pittore formatosi a Venezia, particolarmente apprezzato per le sue opere d’arte sacra. Dalla ditta Bassani viene acquistato un nuovo organo, che fu sostituito però nel 1913 da un altro grandioso strumento della ditta Tamburini di Crema. Nell’anniversario della morte di papa Pio X, nel 1915, viene collocato un suo busto sulla parete del presbiterio “in cornu evangelii”.

Nel primo decennio del ’900 si progetta le nuova facciata, come la vediamo oggi: i mosaici vengono eseguiti su segnalazione dell’industriale moglianese Giovanni Stucky. Nel timpano l’immagine dell’Assunta.

   

Il territorio moglianese

  Il territorio moglianese, in epoca romana e tardo romana, veniva a costituire una “appendice” dell’ager centuriato di Altinum, attraversata dalla strada consolare Claudia Augusta Altinate, collegante il porto lagunare di Altino con il municipio romano di Augsburg nel territorio germanico dell’antica Retia.

I percorsi tracciati da mercanti e commercianti erano vie militari e devozionali, segnate in pratica dal transito di generazioni.

Con l’avvento del Cristianesimo diventano arterie dì penetrazione percorse dai predicatori, che sostavano nei pagus per evangelizzare.

Un monastero ai margini della laguna

  Nella configurazione odierna si presentano da una parte i legami millenari con la sede del monastero di Mogliano, nucleo centrale di amalgama storico, con le sue adiacenze rurali, dall’altra numerose testimonianze di architetture rurali, di capitelli, di sacelli e di santuari.

   

Informazioni

Santa Maria Assunta di Mogliano - apertura: ore 9-12 e 16-19.

Chiostro e Sagrestia su richiesta - (041/5901283)

Possibili parcheggi in piazza.

     

La chiesa del Conscio

ITINERARIO DI VISITA

 

Percorso: Il percorso fra le due Chiese Mariane conduce a siti di carattere devozionale:

-          a Conscio si conserva nella Pieve romanica una lapide che narra la storia di un miracolo

-          a Zerman e a Mogliano i capitelli votivi e i "capitelli verdi" o alberi sacri sono ’Itinerari della fede’ che ricordano pellegrinaggi e rogazioni, legati alla religiosità popolare.

1) Percorso in bicicletta: a/r 4 ore e trenta comprensive di soste di osservazione e studio ambientale.

            Non presenta alcuna difficoltà: circa 25 km per vie alternative, tutte in piano e asfaltate (è escluso il terraglio)

            Dalla piazza di Santa Maria Maggiore in direzione Sant’Antonino (Chiesa Votiva) si toccano le località di Dosson (Comune di Casier), Madonna del Carmine, Conscio, Zerman, Olme ed infine Mogliano Veneto.

2) Percorso in macchina: a/r 2 ore circa, comprensive di soste.

            Luogo di partenza: Piazza Santa Maria Maggiore, centro storico, con possibili parcheggi. Per la Via Terraglio km 15. Dalla Piazza Santa Maria Maggiore si esce dalla città attraverso il Varco (o Porta) Carlo Alberto. Al semaforo a destra, si percorre il Viale I. Tasso e si attraversa il Ponte Garibaldi sul fiume Sile. A destra il Viale Fratelli Bandiera conduce ai piedi del cavalcavia, da cui inizia la Via Terraglio. Dopo il comune di Preganziol si giunge a Mogliano: sulla sinistra, dopo il semaforo, si trovano la Piazza e la Chiesa.

  Difficoltà: Il percorso non presenta alcuna difficoltà: circa 25 Km per vie alternative, tutte in piano e asfaltate (è escluso il Terraglio).

  Luogo di partenza: Piazza Santa Maria Maggiore, centro storico, possibili parcheggi.

Vie di accesso: La via più diretta è il Terraglio, comunicante Treviso a Mestre.

     

Itinerario (Percorso in bicicletta)

  Dalla Piazza Santa Maria Maggiore, percorsa via G. Bergamo si svolta a sinistra per Vicolo della Squero, dove una volta si riparavano le barche, che sul vicino argine del Sile, si allineavano al sole.

Si percorre il Vicolo fino alla Piazza Garibaldi, non a caso chiamata "delle barche", dalla quale si imbocca il ponte omonimo: da qui si godono gli scorci sulle Riviere, sui bastioni di San Paolo, sulle chiuse di Frà Giocondo. Si esce dalla città in direzione Sant’Antonino e all’altezza di un capitello votivo si devia a destra per via dei Gelsomini. Presto si incontra il suggestivo parco della villa de’ Reali Canossa questo luogo di delizia dall’ampia scenografia è un parco romantico, frutto di studi innovativi di grandi progettisti del verde del secolo scorso.

  La villa fa costruita nel sec. XVIII dal barone di Berlendis, sui resti di una Abbazia Benedettina e ampliata alla fine del secolo scorso dal senatore Antonio de’ Reali. Una loggia che precede il corpo centrale della villa è adibita a esposizione di reperti archeologici provenienti dagli scavi di bonifica dell’Ager Altinate, effettuati nell’800 dal cavaliere Giuseppe de’ Reali (Casato di Bonifacio di Toscana).

In questa località di Dosson, in Comune di Casier, nella vicina Parrocchiale si conserva una cinquecentesca tavola ad olio di Francesco Bissolo raffigurante un gruppo di Santi: San Vigilio al centro (vescovo di Trento e martire), Sant’Eustachio a sinistra e a destra San Benedetto. Il culto di Sant’Eustachio fu diffuso da nobili feudatari di origine nordica, come i Conti di Collalto, dalla cui proprietà proviene questa tavola.

Da Dosson a Zerman la tranquillità della strada permette al ciclista attento di cogliere ovunque i segni dello sfruttamento razionale del territorio: si distinguono laghetti per la pesca, vasti frutteti e colture di ortaggi. La Pieve romanica di Conscio merita una sosta, sia per il paesaggio campestre (in parte alterato) in cui si inserisce, sia per la storia che vi si racconta; storia di devozione popolare documentata da una lapide che si conserva all’interno sulla parete settentrionale.

  Alla zona boschiva e ricca di querce, quale doveva apparire una volta, è legata la figura della giovanetta guardiana di porci, che una volta guarita delle sue infermità, fu dotata di spirito profetico. L’apparizione e l’intervento miracoloso della Madonna le donò la capacità di predire le calamità della guerra e della pestilenza a seguito della Lega di Cambrai.

 Un bassorilievo della Madonna del Carmine, di scuola sansoviniana, ci ricorda che la chiesa fu, fin dalle origini, affidata ai Padri Carmelitani di Venezia, fino al 1966.

  La Pieve sembra ricostruita nel tardo ’400 per donazioni di fedeli e dell’Abate nervesano Monsignor Zeno: Nervesa (oggi della Battaglia) e il Montello si trovavano sotto la giurisdizione dell’Abbazia di Sant’Eustachio, a sua volta fondata dai Conti di Collalto. Oggi, dopo un recente intervento di restauro conservativo, appare nelle sue semplici ed armoniose linee architettoniche.

        

      Capitello della disperazione a Zerman              Parrocchiale di Zerman

Una strada scorrevole conduce a Zerman, ma prima dell’abitato si incontra un capitello votivo di grande interesse: il capitello della Croserona già chiaramente indicato in una mappa del 1555, che sembra sia stato affrescato da Paolo Veronese e dalla scuola. In quegli anni infatti il celebre Maestro era ospite della famiglia Da Riva a Zerman. Non è improbabile attribuire al suo pennello anche le pitture di un secondo sacello che si trova immediatamente dietro la Parrocchiale. Questo sacello era nei secoli scorsi, punto di sosta delle processioni e ad esso in particolare si fermava le Terza Rogazione. Si chiama sacello dell’Addolorata e conserva una bella Deposizione. La Santa titolare della vicina Parrocchiale è Sant’Elena, la cui immagine compare affrescata nella lunetta del portale maggiore, sempre di scuola veronesiana.

Una volta, il Venerdì Santo clero e popolo portavano la reliquia del legno della Santa Croce dalla chiesa al santuario vicino della Madonna delle Grazie. Inoltre si effettuava una processione per chiedere la fertilità della terra "da una Crose all’altra", cioè dalla prima domenica che seguiva la festa dell’Invenzione della Croce (3 maggio) fino alla terza domenica di settembre.

  Seguitando il percorso, in direzione Mogliano, in breve si iniziano a distinguere sulla destra ampie distese di manti erbosi, alternati a gruppi di piante ad alto fusto sapientemente disposte: è il grande parco all’inglese della villa Condulmer, fiancheggiata da barchesse e oratorio. La villa fu nell’800 dei Tornielli, che fra l’altro ospitarono Giuseppe Verdi, al tempo della sua “prima assoluta” della Traviata, alla Fenice di Venezia (1853). Qui si conserva ancora il pianoforte su cui il musicista portò a termine la composizione.

Solo un breve tratto di strada rimane ormai, per raggiungere l’ex Abbazia di Santa Maria Assunta di Mogliano.

 

Chiostro di S.Maria Assunta.

Devozione e religione popolare

  Entrambe le realtà fanno da "supporti architettonici alle testimonianze pittoriche della cultura religiosa popolare.

La religione popolare è l’espressione di quanti. culturalmente inesperti. dovevano contentarsi di quel che di più semplice, di più ovvio, di più elementare offriva il Cristianesimo.

Una religiosità quindi lontana dalle complesse formulazioni dogmatiche, dalle discussioni teologiche, ed aperta piuttosto al mondo dei sentimenti immediati, la gioia e il dolore, agli eventi semplici della vita, la nascita, le nozze, le malattie, la morte ed infine il miracolo.

L’espressione più chiara della devozione popolare era l’arte figurativa della “Biblia Pauperum” e i dipinti votivi affrescati su adiacenze rurali e sui capitelli e oratori campestri.

Nella Parrocchiale di Preganziol si conserva la statua lignea, laccata di bianco, della Madonna della Cintura o della Consolazione, la cui devozione è molto sentita, perché assume il valore della redenzione della sofferenza. Si celebra il 28 agosto, giorno di Sant’Agostino.

A lato della Provinciale che porta a Zerman si affaccia uno dei “capitelli verdi” della nostra campagna: è un Carpino Bianco, che solitamente si presta a essere potato e modellato fin da giovane per creare quelle nicchie destinate a ospitare le immagini sacre, da invocare per la protezione di persone e di raccolti agresti.

 

I dintorni

La via Terraglio è la storica arteria che unì la laguna, e Venezia stessa, con l’entroterra, e Treviso fu allora (XIII sec.) il primo capoluogo importante, da dove la Repubblica Serenissima iniziò (dai primi decenni del XIV sec.) ad espandersi con il proprio dominio. Treviso e Venezia così collegate da un lungo terrapieno (etimologia del nome Terraglio) seppero apprezzare e valorizzare le bellezze della Marca con la costruzione di eleganti dimore signorili, sia per le vacanze sia per la cura dei fondi terrieri. Percorrendo il Terraglio si può osservare un gran numero di ville venete, immerse nel verde dei loro parchi.

Fra Treviso e Preganziol, in località “Le Grazie” la villa Albrizzi (richiesta di visita alla Provincia di Treviso) si estende lungo il Terraglio e sono ben visibili le barchesse, il corpo dominicale, la cappella e il giardino storico. Qui la greca Isabella Teotochi Albrizzi ospitò uomini di grande fama quali Antonio Canova e Ugo Foscolo.

 

Curiosità

Nel 1698, mentre la parrocchia di Santa Maria Assunta di Mogliano continuava a prosperare, l’antica Abbazia decadeva progressivamente fino al paradosso di ritrovarla in affitto ad un certo Carlo Veronese, avente licenza di osteria. Poi un lungo silenzio, fino alla recente ricerca storica per il Millennio di Fondazione dell’Abbazia.

Il Terraglio:

          1317 - Il comune di Treviso istituisce un corpo speciale di fanteria a difesa dei viandanti e dei pellegrini sul Terraglio ed ordina che ai lati della strada siano tagliati i boschi per rendere più difficile gli assalti dei banditi.

          1501 - La Serenissima fa scavare un canale a fianco del Terraglio per portare le acque del Dese da Marocco a Mestre per alimentare alcuni mulini (oggi interrato).

          1807 - Napoleone si porta per il Terraglio da Venezia a Treviso ma a Frescada la carrozza di Giuseppina Beauharnais, sua moglie, perde una ruota in corsa. Tutti gli occupanti del veicolo si salvano e vengono ospitati dal vescovo di Treviso.

          1853 - Dopo la disastrosa “prima” della Traviata alla Fenice, Giuseppe Verdi viene portato in carrozza per il Terraglio a Zerman. La sua carrozza finirà in un fosso nei pressi della villa Condulmer (già Tornielli).

 

Per approfondire

Scheda di osservazione

   1 -      Nel Santuario e nell’Abbazia il culto della Madonna si esprime attraverso alcune immagini. Le sai descrivere?

 2 -      Le celebrazioni dedicate all’Assunta quando avvengono e come si effettuano?

 3 -      Le chiese nascono ambedue vicino all’acqua: una alla confluenza di due fiumi, dentro la cinta medievale della città, l’altra ai margini della laguna in zona paludosa. Sai spiegarne la ragione?

 4 -      La campagna trevigiana, fra i fiumi Sile e Dese, offre un paesaggio di particolare suggestione: sai coglierne alcuni aspetti?

 5 -      Prova a descrivere uno dei tanti ex-voto collocati intorno all’affresco della Madonna Grande.

 6 -      Fra i tanti capitelli votivi della campagna moglianese ce ne sono due più famosi degli altri. Perché?

 7 -      Nella Villa Condulmer a Mogliano, fu ospite illustre Giuseppe Verdi. Cosa si conserva ancora di lui?

 8 -      Alcuni documenti risalenti al 1689 testimoniano il degrado dell’Abbazia di Santa Maria Assunta di Mogliano, fino al punto da essere utilizzata come luogo pubblico. Quale?

 9 -      Le due chiese qui segnalate erano punti di passaggio e anche di partenza per molti pellegrini in cammino per Roma e per Gerusalemme: quali nomi specifici assumevano questi pellegrini e quali le strade che dovevano percorrere?

   

Cattedrale e altri santuari delle Diocesi di Treviso e Vittorio Veneto

  Santuario “Madonna del Covolo”

I.A.T. Asolo - Tel. 0432/529046

 

Santuario “Santa Vergine della Rocca”

I.A.T. Asolo - Tel. 0432/529046

 

Santuario “Madonna dei Miracoli”

Pro Loco di Motta di Livenza (TV) - via IV Novembre - Tel. 0422/766385

 

Piccolo Tempio

Pro Loco di Barbozza - S. Pietro di Barbozza (TV) - Via Chiesa

 

Santuario “Madonna del Pedencino”

APT Asolo - Cismon del Grappa (TV) - Tel. 0432/529046

 

Santuario “Madonna S. Maria del Rovere”

I.A.T. Treviso - Tel. 0422/547632

 

Duomo “Santa Vergine”

Pro Loco Crocetta del Montello (TV) - Via S. Andrea, 5 - Tel. 0432/64196

 

Santuario “Madonna delle Vittorie”

Pro Loco di Maserada (TV) - Via Caccianiga, 64 - Tel. e fax 0422/778013

 

Santuario “della Madonna”

Pro Loco di Susegana (TV) - Via S. Salvatore, 1 - Tel. 0438/27143

 

Santuario dell’Assunta

Pro Loco Cendrole di Riese Pio X (TV) - via J. Monico, 8 - Tel. 0423/480677

 

 Santuario “S. Augusta di Serravalle”

I.A.T. Vittorio Veneto (TV) - Piazza del Popolo, 18 - Tel. 0438/57243

   

Santuario “S. Vergine del Caravaggio”

Pro Loco Fanzolo di Vedelago (TV) - via Papa Santo, 3 - Tel. 0423/480677

   

Cattedrale Vittorio Veneto

Piazza Papa Albino Luciani - I.A.T. Vittorio Veneto - Tel. 0438/480677

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