Santa Maria in Organo (VR)

Verona

   

Nella zona di Veronetta, sfortunatamente ai margini dei più consueti itinerari turistico-culturali, la chiesa di Santa Maria in Organo rappresenta un complesso di grande rilievo storico, artistico e religioso. La chiesa è facilmente raggiungibile da Piazza Isolo, dove si può parcheggiare.

   

Cenni storico-artistico-architettonici sul Santuario

Sorse come monastero benedettino in epoca altomedievale (forse già alla fine del VI secolo d.C. o piuttosto, come sembra più probabile, alla metà del IX) alle porte della città antica. E di questa localizzazione la sua curiosa denominazione porta l’eco: essa richiama, accanto alla tradizionale devozione alla Vergine – punto di riferimento essenziale del culto –, la vicinanza alla porta che limitava da quel lato l’accesso a Verona, porta che prendeva il nome di Organa in memoria di un antico edificio conosciuto, almeno nel X secolo, come Organum. Il contesto geografico originario presentava connotati ben diversi dall’attuale. L’arteria stradale su cui si affaccia oggi la chiesa, infatti, era un tempo un braccio dell’Adige, successivamente divenuto stagnante e interrato nel secolo scorso (da cui l’odierno toponimo di Interrato dell’Acqua Morta).

 

Santa Maria in Organo dunque, testimonianza di una Verona delle acque di cui s’è perso ormai il ricordo, si specchiava con la sua piazzetta sul canale dell’Adige e comunicava tramite un ponticello con la riva antistante (attuale piazza Isolo), che costituiva un vero e proprio isolotto tra i due rami del fiume.

  Affidata ai monaci benedettini, sottoposto al Patriarca di Aquileia, Santa Maria in Organo è forse la più antica fondazione monastica di Verona. Senza ripercorrere in questa sede le tappe della sua lunga storia, basti ricordare che divenne ben presto importante centro economico e politico, ma svolse altresì un ruolo rilevante dal punto di vista religioso. Da sempre crocevia posto sulle principali vie di pellegrinaggio, in particolare quella che da Gerusalemme giungeva a Santiago di Compostela, Verona doveva offrire strutture di ricezione e asilo, funzioni assunte per lo più dalle comunità cenobitiche. Per questo alla chiesa e all’abbazia di Santa Maria in Organo era annesso uno xenodochio, ossia un ospizio per pellegrini.

Dopo le spoliazioni avvenute al tempo degli Scaligeri e dei Visconti, con la crisi del gruppo dei seguaci di San Benedetto, rimasti solo in due, nel 1441 il monastero fu assegnato ad un altro ramo dei benedettini, quegli Olivetani che, nati nel Trecento sotto la guida del beato Bernardo Tolomei, avevano il loro maggior centro nell’abbazia di Monte Oliveto Maggiore presso Siena.

 

L’iniziativa deve essere inserita in un più vasto quadro di rinnovamento cittadino: nel XV secolo infatti, sotto la dominazione della Serenissima, in un clima di rinnovato fervore artistico e religioso, si volle porre fine ad uno stato di abbandono e di degrado tanto materiale quanto spirituale. Mentre si aprivano cantieri al duomo, a Sant’Anastasia, a San Lorenzo, a San Tomaso Cantuariense e veniva costruita ex novo la chiesa di San Bernardino, molti monasteri caduti in rovina vennero affidati a congregazioni religiose che ne risollevassero le sorti: quello dei Ss. Nazario e Celso alla Congregazione padovana di Santa Giustina, quello di San Giorgio in Braida a quella veneziana di San Giorgio in Alga.

  A Santa Maria in Organo gli Olivetani diedero l’avvio di una serie di lavori che comportarono una radicale trasformazione dell’intero complesso. Tra il 1481 e la metà del Cinquecento la chiesa, il campanile, l’abbazia con il chiostro, la sagrestia e le varie strutture annesse vennero rifatte sotto la guida di illustri artisti. Principali animatori della trasformazione furono fra’ Giovanni da Verona e Francesco da Castello, ma la sistemazione definitiva, perlomeno della facciata, va ascritta a Michele Sanmicheli. All’interno si trovano opere dei maggiori esponenti del Rinascimento veronese: Domenico e Francesco Morone, Francesco e Girolamo Dai Libri, Liberale da Verona, Francesco Caroto, Nicolò Giolfino, Paolo Farinati, i Brusasorzi; vi lavorò anche Andrea Mantegna, amico di fra’ Giovanni e attivo in quegli anni anche a San Zeno, la cui pala d’altare tuttavia è misteriosamente finita a Milano, dove si può ammirare alla Galleria di Brera. Tra le infinite opere degne di menzione, basti qui ricordare, gioiello di inestimabile valore, le tarsie del coro e della sagrestia (cui si devono aggiungere il candelabro e il leggio) realizzate da fra’ Giovanni.

Si tratta, per dirla col Vasari, di un “mosaico di legname”, ossia di una composizione ottenuta tramite l’accostamento di legni di diverso colore, autentico capolavoro del Rinascimento veronese.

 

Itinerari consigliati

  Per un percorso alternativo, che esuli dai più consueti itinerari e dedichi spazio al gioiello che è Santa Maria in Organo, si possono prospettare diverse soluzioni:

1) Per chi preferisce un cammino di fede, è consigliabile dedicare attenzione alle chiese di Santo Stefano e di San Giovanni in Valle, che, insieme a Santa Maria in Organo, offrono un trittico di grande valore storico-culturale nonché devozionale. Tutte e tre sono situate a sinistra d’Adige, nella zona chiamata Veronetta.

  Tale nome venne coniato all’inizio del XIX secolo, quando la città, tra il 1801 e il 1805, in pieno periodo napoleonico, fu temporaneamente divisa tra gli Austriaci, che occupavano la riva sinistra, e i Francesi, attestati sulla destra Adige; questi ultimi, spregiativamente, battezzarono “Veronetta”, piccola Verona, l’area austriaca.

  Per chi giunga dal centro Storico, attraversando il ponte Pietra, già si può ammirare il profilo laterale di Santo Stefano: di antichissime origini, chiesa cimiteriale in età paleocristiana e per un certo periodo cattedrale della città fintantoché la cattedrale originaria, distrutta da un terremoto, non fu ricostruita, l’edificio presenta diverse fasi costruttive non sempre facilmente individuabili.

  L’impronta più evidente è quella romanica, che rispetta la tradizione veronese: all’esterno con l’alternanza tra filari di cotto e conci di quella pietra calcarea impropriamente detta tufo e con la sobrietà delle linee del protiro e della struttura a capanna; all’interno con la tripartizione in chiesa plebana, presbiterio e cripta, la severità e ponderosità delle masse, la scarsa luminosità. All’impronta romanica si devono aggiungere da un lato le decorazioni cinquecentesche, come l’affresco del presbitero di Domenico Brusasorzi, dall’altro la barocca Cappella degli Innocenti (prima nella navata destra).

  Proseguendo il cammino, dopo essere passati davanti al Teatro Romano, testimonianza non meno degna d’interesse della più nota Arena, laddove la strada si biforca, all’altezza dell’ex chiesetta di San Faustino, si imbocchi via Santa Chiara e poi la traversa intitolata a San Giovanni in Valle. Salendo, si incrocia la chiesa dedicata allo stesso santo: anch’essa di antiche origini, ma rifatta dopo il terremoto del 1117 secondo i dettami dello stile romanico, solo lievemente alterato da alcuni interventi di ampliamento e rimodernamento effettuati nel corso del XVI secolo. Conserva all’interno due splendidi sarcofagi paleocristiani di grandissimo pregio.

  2) Per chi vuole approfondire invece il tema della rinascenza veronese, di cui Santa Maria in Organo è esempio insigne, la zona di Veronetta offre molteplici testimonianze. Chi viene da Piazza Bra, attraversato Ponte Aleardi, può percorrere Lungadige Porta Vittoria, dove è situato Palazzo Lavezzola-Pompei (n° civico 9), opera dell’architetto Michele Sanmicheli e sede oggi del Museo di Scienze Naturali. Proseguendo per Lungadige Sanmicheli, si può sostare a San Tomaso Cantuariense, di fronte al Ponte Nuovo.

Anche in questo caso siamo di fronte ad un ex monastero, prima benedettino e poi, a partire dal 1316, carmelitano: ed è ai Carmelitani che si deve nel 1484 il rifacimento della precedente chiesa, che però presenta ancora elementi di incompiutezza. In cotto, con un portale gotico, raffinato rosone ed eleganti bifore ogivali, conserva all’interno tele di Paolo Farinati, Felice Brusasorzi, Antonio Balestra, Alessandro Turchi detto l’Orbetto, e il San Rocco di Girolamo Dei Libri. Fa piacere ricordare che sull’organo nel presbiterio si esibì nel 1769 Mozart giovinetto.

Prendendo a destra via Carducci, si incrocia Interrato dell’Acqua Morta dove è situata Santa Maria in Organo. Visitata la chiesa, si può prendere il vicoletto che fiancheggia a sinistra la facciata della chiesa; all’incrocio si gira a sinistra e poi a destra, prendendo via Santa Maria in Organo che poi prosegue col nome di Giusti: qui al numero civico 2, si può far tappa a Palazzo Giusti, possente costruzione del secondo Cinquecento celebre soprattutto per il giardino “all’italiana” concepito come monumentale quinta scenografica del palazzo.

  La facciata di S.Giovanni in Valle

 

Per approfondire

Scheda di osservazione

  1 -      Da dove trae origine il nome di Veronetta?

 2 -      Perché nel XV secolo si avvertì l’esigenza di un rinnovamento?

 3 -       Individua su un atlante il percorso dei pellegrini da Gerusalemme a Santiago di Compostela.

 4 -      Descrivi a parole o, se preferisci, disegna la tarsia che più ti ha colpito.

 5 -      Di quali altri monasteri, oltre a Santa Maria in Organo, conosci un avvicendamento tra diverse comunità cenobitiche?

 6 -      Chi fu il fondatore degli Olivetani? Ricerca il suo ritratto all’interno della chiesa.- Tel. 045/7220014

   

Cattedrale, altre chiese e santuari della Diocesi di Verona

  Cattedrale “S. Elena, S. Giovanni in Fonte”

37121 Verona - Piazza Duomo, 21 - Tel. 045/595627

 

“S. Zeno Maggiore, S. Procolo”

37121 Verona - Piazza S. Zeno, 2 - Tel. 045/8006120

 

“S. Anastasia”

37121 Verona - via Don Bassi, 2 - Tel. 045/8004325

 

“S. Fermo Maggiore”

37121 Verona - via Dogana, 2/a - Tel. 045/8007287

 

“Eremo Camaldolese S. Giorgio”

37011 Rocca di Garda, Bardolino (VR) - Strada dell’Eremo - Tel. 045/7211390

 

Santuario “Madonna del Frassino”

37019 Peschiera d/G (VR) - p.za Madonna del Frassino, 3 - Tel. 045/7550500

 

Santuario “Madonna del Carmine”

25010 S. Felice del Benaco (BS) - via Carmine, 11 - Tel. 0365/62032

 

Santuario “Madonna della Corona”

37013 Spiazzi di Caprino (VR) - Piazza Duomo, 21 - Tel. 045/7220014

 

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